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L’olfatto del cane: pregi, utilità e caratteristiche

Azzurra Romano, Educatore Cinofilo e addestratore di Mantrailing, ci parla di quanto l’olfatto del cane sia una vera e propria arma nella vita del nostro beniamino!

Sapete quanto è potente il naso del vostro amico a quattro zampe?
Sapete che gli odori conosciuti dal cane possono influenzarne il comportamento durante tutta la vita?
Sapete che 15/20 minuti di lavoro olfattivo per un cane, equivalgono a circa 1h di corsa o 3h di passeggiata?
E sapete anche che le capacità olfattive di un cane, rispetto a quelle di un uomo, sono circa 40 volte superiori?

Ma partiamo dal principio

Nei canidi l’olfatto si sviluppa quasi immediatamente, insieme al tatto; infatti finché il cucciolo non apre gli occhi utilizza l’olfatto e il tatto per trovare i fratelli e le mammelle della madre per nutrirsi. La matrice originale di questo senso è la curiosità che spinge il cucciolo neonato, intorno alla terza settimana di vita, a fiutare ogni cosa imparando a conoscerla e classificarla. Seleziona quindi gli odori, e crea nella sua mente una catalogazione olfattiva.

Il sistema olfattivo del cane può essere considerato un sofisticato sensore chimico, tale da consentire al cane di leggere ed “interpretare” il mondo esterno, laddove l’uomo utilizza la vista. La capacità di riconoscere gli odori è aiutata dalla conformazione delle narici, che essendo mobili, consentono di inspirare aria sempre fresca tralasciando quella appena esalata, e di capire la direzione da cui proviene l’emanazione.

Nel momento in cui l’aria, insieme agli odori, entrano nelle narici, si muovono percorrendo tutta la canna nasale, fino ad arrivare ai recettori olfattivi (questi sono cellule con piccolissime ciglia, immerse in uno strato di mucosa, e hanno il compito di concentrare le molecole odorose).


La concentrazione dell’odore raggiunge un livello “soglia”, e cioè il livello minimo di concentrazione chimica dell’odore, tale da procurare una percezione olfattiva. A tal proposito alcuni studi hanno dimostrato che la “soglia olfattiva” varia in base alla razza, da soggetto a soggetto, e da maschi a femmine. A questo punto il segnale dell’odore si trasforma da chimico in impulso elettrico e viene inviato al cervello, il quale decodifica il segnale e lo associa, attraverso la memoria, alle varie sostanze conosciute. 

I cani hanno anche un sistema olfattivo accessorio, composto da un organo (organo vomero nasale o organo di Jacobson), localizzato in una cavità sopra il palato, che raccoglie i cosiddetti feromoni. Queste sono sostanze prodotte dalle ghiandole sebacee, dalle ghiandole periorali sul muso, dalle ghiandole ceruminose delle orecchie, dalle ghiandole anali, quelle sottocaudali e sopracaudali, e podali dei cuscinetti plantari.

La loro produzione comunque non è controllata dall’animale, bensì involontaria. E a seconda delle ghiandole che li secernono, i feromoni determinano una precisa funzione comportamentale dell’animale. L’analisi da parte del cervello di queste molecole non comporta confusione, perché l’organo ha i suoi nervi che conducono ad una parte del cervello dedicata interamente ad interpretare i suoi segnali; è come se l’organo di Jacobson avesse un proprio server dedicato.

Avrete sicuramente sentito parlare anche di fiuto, spesso confuso con l’olfatto o usato come suo sinonimo. In realtà i due termini indicano due situazioni completamente diverse. Vediamole.

L’olfatto è la capacità di saper intercettare e discernere le emanazioni odorose presenti nell’aria; il cane inala profondamente grandi quantità d’aria utilizzando il tele-olfatto. Durante il lavoro il cane si cerca autonomamente l’odore facendo avanti e indietro a testa alta, anche in zone dove l’odore non c’è, e facendo dei movimenti laterali con la testa, chiamati lassé (lacci). Si dice in questo caso che il cane cerca “a cono d’odore”, e mentre lo fa ha un modo di porgere il naso al vento, alla ricerca delle emanazioni odorose, come noi possiamo scrutare il cielo con un telescopio.

Il fiuto invece è la capacità di saper intercettare e discernere le molecole presenti sul suolo; il cane inala piccole quantità d’aria provenienti da terra, utilizzando il mega olfatto. Cerca in maniera lenta e continua seguendo una traccia, e ha un modo di mettere il naso a terra e cercare le emanazioni odorose, come noi possiamo scrutare piccole cose con un microscopio.

E l’uomo? Nonostante il fine del sistema olfattivo sia del cane che dell’uomo sia lo stesso, e cioè convogliare le molecole odorose al cervello perché vengano elaborate, il confronto non ha pari. Guardate un po’.

Che ne dite? Non è straordinario?

Un cane deve fare molte esperienze per sviluppare questo suo senso così affinato; diversamente diverrà un animale privo della conoscenza della realtà che lo circonda, come sarebbe un uomo semi-cieco. Per di più come dicevamo all’inizio, gli odori hanno una forte influenza sul comportamento dell’animale. 

il ricordo di un odore dura per tutta la vita, e può suscitare nel cane reazioni negative nel caso in cui questo sia associato ad un episodio negativo, o viceversa quando un odore ricorda una situazione positiva e felice.

Il cane quindi memorizza cose ed eventi con un archivio di immagini legate ad un “set” di odori che generano in lui emozioni e stimoli. Possiamo quindi affermare che il cane pensa con il naso.

Il “risvolto negativo” (se così possiamo definirlo) di questo affascinante senso, è che molto spesso i cani sono attratti dagli odori maleodoranti, come le carcasse di animali morti, i vermi, o le feci di altri animali; perciò spesso capita di vederli rotolarcisi sopra, per la felicità di noi proprietari.

Questo comportamento naturale di alcuni soggetti non è stato ancora spiegato, ma probabilmente i fattori per i quali lo fanno sono sempre e comunque legati all’olfatto. Un motivo potrebbe essere quello di camuffare il proprio odore nei confronti degli animali da predare, oppure quello di comunicare agli altri cani “qui sono passato io e l’ho trovato io”. Un’altra ipotesi è quella che i cani si rotolano per “profumarsi”, così come noi umani mettiamo il profumo prima di uscire di casa.

Nel cane quindi, la lettura degli odori è una fonte di informazioni e comunicazione; dall’odore lasciato da un cane, si può capire se questi è maschio o femmina, e nel caso sia femmina se sta andando o se è in calore, l’età, lo stato di salute, cosa mangia ecc. Questo per dire quindi che non è corretto durante la passeggiata tirare il cane mentre sta annusando, in quanto in quel momento è intento ad informarsi su quello che succede da quelle parti.

Proprio perché l’olfatto è un senso così potente, e se ben “sfruttato” e utilizzato è anche molto affidabile, oggi i cani vengono impiegati nella ricerca di sostanze stupefacenti, armi, ed esplosivi, nella ricerca di persone scomparse, e per segnalazione della presenza di alcune malattie (tumori, diabete, crisi epilettiche), prima ancora che queste siano diagnosticate.

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