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Leishmaniosi: prevenzione e vaccinazione

La leishmaniosi: come prevenire e curare una delle zoonosi più conosciuta dai proprietari di animali. A cura della dott.ssa Emanuela Calò.


La leishmaniosi è una malattia insidiosa e particolarmente grave che colpisce in particolare i cani e può coinvolgere anche i gatti, i roditori e animali selvatici come la volpe.

E’ una zoonosi per cui è occasionalmente trasmessa all’uomo.

Eziologia e patogenesi

L’agente eziologico responsabile della Leishmaniosi è un protozoo, un organismo unicellulare, “Leishmania Infantum”.

Il protozoo ha bisogno di un amico per poter sopravvivere: il Flebotomo

Si tratta di un insetto simile ad una piccola zanzara. Viene chiamato anche “pappatacio” 

perché effettua il suo pasto di sangue in silenzio, non emettendo il classico ronzio delle zanzare. Il flebotomo è in grado di sentire i feromoni rilasciati dagli animali e ha degli organi di senso sensibilissimi all’anidride carbonica che viene rilasciata con l’espirazione; è in questo modo che si avvicina. 

Non finisce qui: riescono a rilevare i punti della cute più sottili e umidi che sono quelli dove ci sono più vasi sanguigni e dove possono effettuare facilmente il loro pasto di sangue. 

Importante ricordare che l’uomo non si infetta direttamente dal cane, il contagio avviene sempre tramite la puntura di questo insetto.

 

Quando il  flebotomo punge un animale infetto, ingerendo il sangue, assume il protozoo della Leishmaniosi. Al suo interno il parassita diventa infettante per poi essere espulso durante una successiva puntura per un altro pasto di sangue.

Il flebotomo così infetto, pungendo un animale sano, trasmette la Leishmania.

Epidemiologia

La malattia ai giorni d’oggi è presente un po’ in tutta Italia però ci sono delle zone “endemiche” dove la malattia è molto presente. Tra le regioni più colpite: la Sicilia, la Sardegna, la Basilicata, la Campania, la Toscana e, ahimè, la Puglia! 

 

Sintomatologia

I sintomi clinici dipendono dalla risposta immunitaria individuale di ciascun soggetto, sono tanti ed aspecifici.

Innanzitutto non tutti gli animali si ammalano. Alcuni possono essere sieropositivi e non manifestare malattia per tutta la vita. Altri invece si ammalano e a volte in maniera così grave che la malattia può portare a morte.

I segni clinici più comuni sono: 

– Dimagrimento 

– Polifagia 

– Poliuria e polidipsia 

– Aumento di volume dei linfonodi esplorabili 

– Onicogrifosi (allungamento spropositato delle unghie) 

– Ulcere cutanee 

– Dermatite furfuracea  

– Dermatite perioculare 

– Epistassi 

– Cheratiti 

– Uveiti

A causa di questi sintomi molti cani presentano il tipico “aspetto a cane vecchio”.

Alcune volte non ci sono sintomi visibili ma il parassita può agire in maniera occulta.

Uno degli organi interni maggiormente colpiti è il rene con una grave glomerulonefrite che spesso porta a morte.

La leishmaniosi felina ha segni clinici e alterazioni simili al cane.

Dermatiti ulcerative e nodulari sono distribuite soprattutto sulla testa o simmetricamente sull’estremità distale degli arti. Sulla mucosa orale possiamo trovare noduli linguali o gengivali.

Terapia

La terapia specifica blocca l’azione del protozoo attraverso farmaci leishmanicidi. La terapia sintomatica serve per arginare i sintomi associati al progredire della malattia.

Però la terapia non elimina quasi mai del tutto il parassita. Gli animali positivi dovranno essere sottoposti a controlli ed esami periodici per monitorare l’andamento della Leishmaniosi 

ed eventualmente per provvedere a nuovi cicli terapeutici.

Prevenzione

Da bravi proprietari dobbiamo puntare tutto sulla prevenzione!

I flebotomi sono insetti ematofagi notturni, la loro attività inizia al tramonto e finisce all’alba. Sono presenti sul nostro territorio da Aprile a Novembre.

È una buona abitudine far dormire i nostri animali in casa e se le finestre sono aperte occorrono zanzariere a maglie strette, inferiori a 2-3mm, in quanto questi insetti sono piccolissimi.

Per chi ha un giardino sono utilissime le disinfestazioni ambientali.

Indispensabile l’applicazione, da Aprile a Novembre, di antiparassitari spot on o collari con molecole repellenti verso il flebotomo.

Attenzione: i prodotti con effetto repellente nei confronti dei flebotomi contengono sostanze tossiche per i gatti su cui non possono essere utilizzati.

 

Vaccino

Da qualche anno abbiamo un’arma in più contro questa terribile malattia: il vaccino.

Esistono due tipi di vaccini:

Quello che somministro ai miei pazienti contiene una proteina ricombinante formata da cinque differenti antigeni di L. infantum.

 La prima vaccinazione comprende una singola inoculazione. Il richiamo è annuale.

Il vaccino può essere inoculato solo in soggetti sani sieronegativi, di almeno sei mesi di età. 

Importante sottolineare che non previene l’infezione ma la progressione della malattia e riduce la probabilità di sviluppare segni clinici.

L’efficacia del vaccino nel prevenire la malattia è risultata del 72%.

Al suo interno non sono presenti sostanze adiuvanti e per questo motivo ci sono pochissime reazioni avverse.

Tra queste la più comune (un cane su dieci) è un prurito della durata di qualche ora, autolimitante, nel sito di inoculo.

Lo stesso giorno del vaccino è fondamentale effettuare un test ambulatoriale per verificare che il cane sia negativo.

I cani positivi non devono essere vaccinati.

I soggetti infetti, con o senza manifestazione clinica, diventano serbatoi del protozoo ed è fondamentale che vengano protetti dalla puntura dei flebotomi per evitare ulteriori contagi ad altri animali o all’uomo.

 

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Emanuela Calò

(Medico veterinario)

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