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Prevenzione e gestione delle malattie del cane anziano

La medicina preventiva nel cane anziano è di fondamentale importanza per rallentare i processi patologici e consentire all’ amico peloso un invecchiamento sano.

L’invecchiamento è un processo fisiologico inevitabile che non deve essere considerato una malattia, ma una fase della vita in cui le alterazioni patologiche si manifestano più  frequentemente.

Attualmente l’aspettativa di vita media di un cane è di circa 13-14 anni e di un gatto tra i 12-15 anni.

Questo valore è estremamente variabile per ogni individuo a seconda della razza (i soggetti di piccola taglia tendono ad essere generalmente più longevi rispetto alle razze giganti) e dello stile di vita dell’animale.

Gli effetti dell’età nei cani e nei gatti sono simili a quelli dell’uomo: nei pazienti geriatrici ritroviamo spesso alterazioni dell’udito e della vista, variazioni delle abitudini alimentari con aumento o riduzione del peso corporeo, problemi cardio-respiratori, alterazioni nel comportamento di minzione e nelle abitudini igieniche, affaticamento e minore resistenza all’esercizio.

La medicina preventiva a quest’età raggiunge la sua massima importanza per rallentare i processi patologici, ma prima ancora sono i proprietari che devono aiutare i loro amici a 4 zampe cambiando alcune delle loro abitudini di vita.

La maggior parte dei cani, durante l’invecchiamento, tende ad aumentare di peso, questo è spesso dovuto al fatto che mangiano più di quanto necessitano dato che il loro fabbisogno energetico si riduce con l’età (per fare un esempio il fabbisogno alimentare si riduce di circa il 25% in un cane di 11 anni rispetto ad un cane di 3 anni della stessa razza).

Una differenza sostanziale la ritroviamo nei gatti in cui a partire da 13 anni di età il fabbisogno energetico torna ad aumentare.

Questo ci fa capire come la dieta debba essere adattata col passare degli anni e vada studiata in base alle esigenze del singolo paziente e alle eventuali patologie concomitanti sempre cercando di perseguire come obiettivo ultimo il peso ideale.

Non bisogna, però, dimenticare che la dieta va adattata anche agli eventuali problemi odontostomatologici estremamente frequenti nei nostri animali e  che possono comportare dolore e difficoltà nella masticazione. La perdita di peso è sempre comunque sintomatica di una malattia cronica

sistemica (renale, epatica, endocrina, gastroenterica, etc.) ed è spesso legata alla perdita di appetito e, pertanto, non va mai sottovalutata specialmente nel paziente anziano.

Il comportamento che più spesso osserviamo nei nostri animali col passare del tempo è una minore resistenza alla fatica o nel gatto una riduzione delle operazioni di pulizia personale.

Pertanto, senza rinunciare alle passeggiate quotidiane, il proprietario  deve ridurre gli sforzi del proprio animale, evitare di farlo saltare, per esempio per entrare nell’auto (esistono in commercio scivoli e rampe adatti), preferire l’ascensore alle scale, ridurre progressivamente l’attività sportiva nei cani atleti, dare loro cuscini e cucce imbottite, asciugarli bene dopo una passeggiata sotto la pioggia, evitare di farli dormire all’esterno durante i periodi più freddi, utilizzare integratori per rallentare i processi di degenerazione articolare.

Tutti questi piccoli accorgimenti servono per ridurre la comparsa dei dolori articolari ed il progredire dell’artrosi.

Ricordiamo che il dolore cronico va gestito precocemente in quanto determina quasi sempre problemi sistemici: riduzione dell’attività e dell’appetito, alterazioni della postura, reazioni al contatto con le zone dolenti nonché riduzione dell’interazione coi membri della famiglia.

Analogamente a tutti gli altri apparati in età avanzata  si possono avere disturbi neurologici quali, ad esempio, la disfunzione cognitiva (dopo i 13 anni nel cane ed i 15 anni nel gatto) che determina cambiamenti comportamentali generalmente graduali e progressivi come la riduzione dell’attitudine al gioco, l’alterazione del ritmo sonno-veglia, minzioni e defecazioni inappropriate o anomale interazioni col proprietario. Anche in questo caso si può 

ricorrere ad una terapia farmacologica di sostegno per prevenire e rallentare questi processi ed imparare a convivere con questi piccoli e grandi cambiamenti nella nostra convivenza a “6 zampe”.  In conclusione per  il paziente geriatrico non esiste miglior medicina della prevenzione con controlli frequenti, visite cliniche, esami del sangue, ecocardiogramma volti ad identificare piccole insufficienze ed iniziare trattamenti adeguati per rallentare l’insorgere di patologie più gravi.

Il proprietario non deve sottovalutare nessuna anomalia del suo animale e deve lavorare in sinergia col suo veterinario per rendere il più possibile piacevole anche questa fase del ciclo vitale del suo pet!

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Claire Putignano

(Medico Veterinario)

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